1992 | Amiga | Sparatutto | Play Byte | Kaiko |
anno | console | genere | sviluppo | publisher |
L’estate si sta man mano avvicinando, le giornate sono più lunghe, soleggiate e passiamo molto più tempo all’aria aperta. Quindi cosa c’è di meglio di una bella scampagnata immersi nella natura?
Ed è proprio la natura il tema del retrogaming di oggi.
Quando si parla di primavera la nostra mente ci proietta subito in un’immensa landa verde, con alberi, fiori, piante e non mancano ovviamente gli insetti, parte integrante del mondo naturale.
C’è un gioco che rispecchia esattamente tutto questo: Apydia.
Questo classico Amiga è nato nel 1992 e vede come protagonista uno degli insetti più popolari nel periodo primaverile/estivo, una piccola apetta.
In realtà l’ape è solo una trasformazione magica di un certo Ikuro, la cui moglie Yuri è stata avvelenata da un malvagio stregone; il suo obiettivo sarà quello di ottenere l’antidoto per salvare la sua amata e vendicarsi sul malefico stregone in un viaggio attraverso luoghi sempre più oscuri e inospitali.
Il gameplay rimane tutt’oggi divertente anche nella sua semplicità, di fatto ci troviamo di fronte ad un classico sparatutto 2D che prende molto spunto dalle meccaniche dell’iconico Gradius.
Il carisma e la bellezza di questo titolo si rifà tuttavia al design dei livelli e dei suoi nemici, ogni mondo (suddiviso in tre livelli e un boss) presenta infatti un macroambiente sorretto da un tema ben preciso.
Si parte con un classico, un vasto prato qui ricco di insidie tra mantidi, farfalle, zanzare, bruchi, formiche, ragni e chi più ne ha più ne metta; questo primo stage ritrae perfettamente il mondo degli insetti con alcuni di loro che ci attaccheranno mentre si arrampicano sulle foglie o altri che sbucheranno improvvisamente dal terreno, coinvolgendo il giocatore in una vera e propria battaglia naturale.
Si passa poi ad uno stagno, una sorta di livello in bilico tra aria e acqua che porta con sé minacce dal mondo marino come enormi pesci, ma anche girini o insetti acquatici, affiancati da moscerini e api che ci attaccheranno dalla parte sopraelevata del livello.
Il twist avviene poi nel terzo livello, un condotto fognario pieno zeppo di creature mutate offrendo un cambio di rotta notevole, pur mantenendo il filone degli insetti con blatte e ragni.
Il livello sarà tuttavia ricco di aberrazioni e boss piuttosto memorabili come una lattina posseduta, una decadente bambola di pezza animata e il cadavere di un ratto ricoperto da parassiti.
Il quarto stage è invece il più memorabile tra tutti e la sua colonna sonora “Techno Party” è ancora oggi un brano leggendario che durante il gioco incalzerà i giocatori mentre affrontano questa volta orde di nemici tecnologici mentre la nostra ape subirà una temporanea metamorfosi in ape cyborg.
Questo capitolo sci-fi farà da preludio al combattimento finale che prevede una serie di boss da battere per poi sconfiggere il temibile nemico finale.
Apydia si lascia giocare che un piacere e la difficoltà è abbastanza graduale anche se nelle ultime fasi si fa sentire parecchio. Nonostante ciò, rimane un piccolo gioiellino da provare almeno una volta, inoltre l’iconica colonna sonora firmata dal pioniere di quegli anni, Chris Hulsbeck, basta da solo ad incentivare il giocatore.
Pronti a trasformarvi in ape e affrontare questo viaggio tra natura e fantasia?