Servizi che finora sono stati prerogativa esclusiva di altri mezzi diverranno fruibili anche per le reti mobili. La latenza bassa, in particolare, la renderà preferibile anche ad una ADSL e giocare online diverrà un piacere.
Il “tempo di latenza” è l’intervallo che passa tra l’invio di un segnale e la sua ricezione. Nessuna connessione, neppure la più veloce, raggiunge l’immediatezza. Ce ne rendiamo conto quando facciamo una videochiamata oppure seguiamo una diretta in streaming.
Neanche il 5G raggiungerà l’immediatezza, ma ci si avvicinerà molto: il tempo di latenza dovrebbe essere quantomeno dimezzato. Lo stesso discorso vale per il cloud computing come per i servizi di streaming, in particolare di video. Contenuti ad altissima risoluzione, fluidi e subito disponibili. Il 5G dovrebbe soppiantare in futuro anche le attuali connessioni in fibra. Niente più modem da collegare alla rete telefonica, ma al massimo un modem 5G. Sarà l’era dei dispositivi (davvero) sempre connessi, che non debbano più passare continuamente da Wi-Fi a rete mobile. Ed anche altri servizi, come la TV digitale, potrebbero passare da lì. “Smart city“, automotive, IoT: tutti i dispositivi connessi avranno l’affidabilità di un’attuale rete cablata su rete mobile, ovvero disponibile ovunque. Parliamo di videosorveglianza, droni, auto a guida autonoma e tanti altri servizi dei quali in Italia abbiamo solo un assaggio. Ci vorrà però molto tempo per arrivarci, come vedremo a breve.
Copertura in Italia
La penetrazione nel nostro paese (e non solo) sarà lenta. Ci vorranno diversi anni prima che il 5G soppianti l’attuale LTE. E non parliamo solo a livello di copertura, ma anche di diffusione dei prodotti atti a sfruttare la nuova rete.
OpenSignal prevede infatti che l’avvento del 5G in Italia aggraverà le già evidenti disparità che ci sono attualmente. Ovvero, la differenza di velocità delle reti mobili tra le aree urbane più coperte e quelle più isolate si accentuerà; quantomeno per i primi anni. L’LTE dovrebbe infatti rimanere la tecnologia dominante fino al 2021. Questo per dare il tempo all’infrastruttura 5G di potenziarsi. Secondo altre previsioni, il 5G raggiungerà il 31% del mercato europeo, il 49% di quello USA ed il 25% di quello cinese entro il 2025. Sempre nel medesimo anno, solo il 14% delle connessioni a livello globale dovrebbe essere 5G. Capirete quindi che siamo appena all’inizio di una lenta rivoluzione.
Questo solleva anche un altro problema, ovvero quello della copertura internazionale. Ciascun operatore avrà il suo spettro di bande, come del resto accade in parte già ora col 4G. Il problema è che non è detto che tutti gli smartphone 5G le supportino tutte fin dall’inizio. Un modello certificato per le reti dell’operatore Verizon negli USA, ad esempio, potrebbe navigare in 4G in Europa. Il tempo è nuovamente un fattore chiave, e la fretta un pessimo consigliere.
Velocità
Le velocità del 5G dovrebbe raggiungere valori di picco di ben 20 Gbps. Nell’uso pratico reale le stime però sono molto più basse, ed intorno a 1,4 Gbps. Giusto per mettere le cose in prospettiva, il picco delle reti 4G LTE è di circa 4000 Mbps (LTE Cat. 15), sebbene nella pratica siamo più vicini ai 100 Mbps.
Il 5G utilizza onde radio ad (estremamente) alte frequenze, fino a 300 GHz. Le reti attuali sono invece comprese entro i 5 GHz, per fare un parallelo. Sono queste alte frequenze il motivo dell’aumento di velocità, ma al contempo rendono la propagazione del segnale più difficile, perché maggiormente sensibili agli ostacoli fisici. Detta altrimenti, se la potenza del segnale 5G si riduce della metà, le ripercussioni sulla velocità di navigazione sono in proporzione molto più sensibili che non in LTE. Ovvero, se con metà barre in LTE avete una riduzione di velocità di 20 volte, in 5G la riduzione sarà di 200 volte. (Di nuovo: stiamo semplificando.)
Ciò significa che per una copertura capillare ci vorranno molti più ripetitori, ma non è detto che “servano”. Con velocità di picco così elevate infatti, anche in presenza di un segnale più debole, l’utente potrebbe non accorgersi della differenza.
Dannoso alla salute?
Con l’avvento di una nuova tecnologia di radiocomunicazione si sollevano immancabili le preoccupazioni sui rischi per la salute causati dall’elettrosmog. I limiti al riguardo nel nostro paese sono i più severi d’Europa. Questa è da una parte una tutela per la salute, ed un ostacolo allo sviluppo del 5G. Con i limiti attuali infatti, il 62% delle stazioni radio base in Italia non possono essere usate per propagare il segnale 5G.
Ci vorranno quindi da una parte investimenti importanti e dall’altra monitoraggio costante affinché il tutto sia realizzato nel rispetto delle regole. Le frequenze utilizzate in Italia sono tra l’altro relativamente basse e ben lontane dai limiti cui può arrivare il 5G. Di per sé non si può quindi dire che ci sia un rischio per la salute, ma l’implementazione che ne verrà fatta sarà il nodo sul quale concentrare l’attenzione. Torneremo senz’altro sull’argomento nel momento in cui l’infrastruttura si svilupperà maggiormente nel nostro paese. Per adesso siamo davvero appena agli albori.
Smartphone supportati
Al momento non c’è alcuno smartphone in vendita in Italia che supporti il 5G.
I principali brand però rilasceranno nel corso del 2019 dei modelli in grado di collegarsi alla rete di nuova generazione. Samsung produrrà una precisa variante di Galaxy S10, LG farà altrettanto, OnePlus avrà il suo modello (non OnePlus 7) e l’elenco potrebbe continuare. In generale ci aspettiamo che i principali produttori abbiano almeno uno smartphone 5G in commercio nel 2019. Questo non significa però che saranno tutti disponibili in Italia. E non aspettatevi che possano essere in alcun modo economici.
Una capillare copertura del territorio nazionale con la rete 5G è ancora ad anni di distanza da noi. E fino ad allora gli utenti avranno ben poche ragioni per effettuare il passaggio, al netto di possibili offerte da parte degli operatori che cerchino di attirare i precursori di questa nuova tecnologia. Non ci sono quindi particolari ragioni per affrettarsi ad acquistare subito uno smartphone 5G, dato che i primi modelli saranno senz’altro molto cari e ben poco sfruttabili in Italia.
Come si stanno muovendo i gestori
I principali operatori italiani stanno effettuando da diversi mesi test sul 5G nella nostra penisola. TIM in particolare è in prima linea, tanto che la prima connessione 5G da smartphone in Italia è stata sua. Vodafone non è da meno. La prima rete 5G d’Italia è sua, ed è stata accesa a Milano. Entro la fine del 2019 la copertura sarà estesa ad altre 5 importanti città.
Ancora non possiamo però parlare di prezzi delle offerte 5G e dei relativi smartphone collegati. È anche difficile fare delle ipotesi al momento, ma come abbiamo già ribadito sarà una tecnologia elitaria all’inizio. Tutto ciò fa presagire che si tratterà, almeno all’inizio, di un servizio caro.