Tutto questo per identificare con precisione la creazione più importante e riconosciuta della carriera di George Lucas, una galassia che al suo interno ha raccolto una miriade di storie e personaggi che negli anni milioni di appassionati hanno amato.
La proprietà intellettuale di Star Wars può vantare al suo interno una moltitudine di opere cinematografiche che sono state ulteriormente ampliate in seguito all’acquisizione del brand da parte di Disney, che ha rilanciato la serie con una nuova trilogia e ampliato le storie galattiche di con diverse serie TV, riuscendo a portare su schermo dei filoni narrativi inediti come The Mandalorian o il più recente e maturo Andor, ma anche e soprattutto delle visioni alternative delle storie originali, come il bellissimo Rogue One.
Oltre ad ampliare il mondo narrativo con delle nuove produzioni, Disney è anche riuscita a ricreare una continuità narrativa coerente che negli anni si era andata a perdere, catalogando tante opere in quello che viene indicato come Universo espanso, un insieme di storie che non sono necessariamente legate a doppio filo con la trama principale, ma che comunque non vengono dimenticate.
Tra questa moltitudine di storie trovano spazio diversi videogiochi che negli anni ci hanno raccontato delle storie stellari, tra cui troviamo dei veri e propri capolavori come i due Knights of the Old Republic di Bioware, le avventure dell’apprendista segreto di Darth Vader narrate in Star Wars: Il Potere della Forza e anche la serie Battlefront, le cui storie sono sì prese in considerazione nella timeline della narrazione, ma non fanno parte della timeline canonica, dove invece Disney ed Electronic Arts hanno trovato spazio per raccontare la storia di Cal Kestis.
Star Wars Jedi: Survivor arriva con un bagaglio di esperienze forte e ricco, con tante buone cose che bisogna valorizzare ed ampliare in questa nuova avventura, ma anche qualche imperfezione che hanno minato l’esperienza di gioco originale, come l’estensivo ed esagerato uso del backtracking e gli spostamenti lunghi, a tratti frustranti.
Fin dal principio gli sviluppatori hanno confermato che queste due particolari problematiche sarebbero state risolte nel nuovo capitolo, visto che come da tendenza per i sequel, Star Wars Jedi: Survivor farà un netto balzo in avanti nella componente esplorativa, proponendo una sorta di open world limitato, che ci porterà ad esplorare l’inedito pianeta di Kaboh.
Questa gigantesca mappa aperta sarà liberamente esplorabile fin dalle prime battute del gioco e includerà diversi punti d’interesse che andranno ad ampliare l’esperienza di gioco con interi filoni narrativi secondarie, dungeon e camere di enigmi in stile Breath of the Wild chiamate Jedi Chamber.
È evidente come gli sviluppatori puntano molto sull’esperienza open world legata al pianeta Koboh vista la cura nel level design e la quantità di opzioni a disposizione del giocatore per godersi il viaggio all’interno della mappa, dove fanno il loro esordio anche un sistema di viaggio rapido e la possibilità di cavalcare diverse tipologie di animali per muoversi più rapidamente attraverso lo scenario.
Ad arricchire ulteriormente l’esperienza ruolistica in Star Wars Jedi: Survivor, verrà data anche la possibilità di personalizzare l’abbigliamento di Cal Kestis con una moltitudine di oggetti cosmetici da trovare all’interno della mappa o da acquistare dai mercanti locali; una netta evoluzione rispetto al solo poncho del primo capitolo che aggiunge ulteriore profondità al gameplay.
Nonostante la punta di diamante del primo capitolo fosse già quasi perfetta, Respawn Entertainment ha deciso di premere a fondo sull’acceleratore, andando ad ampliare ulteriormente le capacità di combattimento di Cal Kestis, includendo ben cinque stili differenti di combattimento legati alle spade laser, proponendo tra questi anche un’inedita coppia spada più blaster.
Questi stili di combattimento includono le ritrovate stance a spada singola e spada doppia già presenti nel primo capitolo, opportunamente modificate ed ampliate nelle mosse, alle quali si aggiungono un sistema a doppia spada singola, la già citata coppia spada più blaster e uno stile più pesante, che potenzia il fascio laser della spada aumentandone la portata e aggiunge l’elsa a croce in stile Kylo Ren.
Mentre i primi due stili non hanno bisogno di presentazioni, il sistema a doppia spada singola era stato già lievemente introdotto nel primo capitolo, ma legato solamente ad alcune mosse speciali per mancanza di tempo nello sviluppo.
Proprio a detta degli sviluppatori, per Star Wars Jedi: Survivor uno degli obbiettivi principali è stato quello di includere questo stile di combattimento e renderlo parte centrale dell’arsenale di Cal Kestis, andandolo però a bilanciare in maniera corretta per evitarne l’abuso da parte dei giocatori.
La doppia arma singola permette di attaccare in maniera veloce i nemici ed infliggere una moderata quantità di danni, a patto di scoprirsi di più ai contrattacchi e subire un maggior numero di danni rispetto alle altre stance.
Discorso inverso per la stance di attacco pesante, che permette sì di distruggere gli avversari con pochi colpi, ma lenti e molto pericolosi se usati senza calcolare bene le distanze visto che Cal mostrerà parecchio il fianco al nemico. Poco si sa invece dell’accoppiata spada e blaster, che ancora non è stata mostrata in nessun trailer di gioco.
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