Abbiamo tutti la nostra cara assistente personale a cui ci rivolgiamo oramai per le più disparate richieste e il livello di comprensione alle nostre domande è arrivato ormai al 100%.
Vediamo però quali sono stati i sistemi più performanti del 2019.
Google Assistant si conferma ancora una volta l’assistente virtuale più bravo a capire i comandi vocali degli utenti e a fornire una risposta pertinente.
Al secondo posto si piazza Apple Siri, mentre Amazon Alexa arriva terza e ultima. Il test è stato condotto da Loup Ventures e si concentra sulla piattaforma smartphone: per Siri è stato usato iOS 12.4 su un iPhone non meglio specificato, per Assistant un Pixel XL con Android 9 Pie e per Alexa l’app per iOS.
La metodologia della società rimane sostanzialmente la stessa: ad ogni assistente vengono poste le stesse 800 domande (l’elenco preciso viene cambiato ogni anno in base alle nuove tecnologie e capacità) suddivise in cinque categorie, ovvero dintorni, shopping, navigazione, informazioni e comandi (per esempio per controllare apparecchi domotici in casa).
È interessante osservare che Loup Ventures conduce test separati per gli smart speaker, perché ritiene che i casi d’uso siano profondamente diversi.
Inoltre, Cortana non viene più considerata, visto l’importante cambio di strategia deciso da Microsoft a inizio 2018.
I risultati del test, che è stato condotto in lingua inglese, evidenziano come sostanzialmente tutti gli assistenti siano in grado di comprendere la totalità delle richieste 100% per Assistant, 99,8 e 99,9% per Siri e Alexa; mentre per quanto riguarda il fornire una risposta corretta le differenze si accentuano. Nel complesso, Assistant ha totalizzato un 92,9%, Siri l’83,1% e Alexa il 79,8%. Per tutti e tre si tratta di miglioramenti sostanziali rispetto ai test precedenti Analizzando più da vicino le categorie, tuttavia, emerge che ogni IA ha i suoi punti di forza e le sue debolezze.
Siri rimane la migliore per quanto riguarda i comandi sia per attivare/disattivare funzioni dei dispositivi in cui risiede (iPhone, iPad, Mac…) sia per controllare quelli esterni.
Assistant è invece il migliore nelle altre quattro categorie, specialmente navigazione e informazione.
Batte agilmente Alexa anche nel campo dello shopping.
Considerando come si guadagna da vivere Amazon, verrebbe da pensare il contrario. Va comunque considerato che la percentuale di utenti che fa acquisti via comandi vocali rimane trascurabile: gli utenti usano comunque i comandi vocali per fare ricerche sui prodotti d’interesse.
Alexa si distingue in particolare nel campo delle informazioni, ma comunque non arriva ai livelli di Assistant. I comandi sono il suo punto debole – non tanto per i dispositivi di terze parti, anzi, ma perché ha scarso controllo sul sistema operativo del dispositivo in cui risiede. Inevitabile, visto che non è “nativa”.Loup Ventures precisa che benché sia vero che gli assistenti siano ormai vicini a fornire il 100% delle risposte corrette, sono ancora ben lungi da essere intelligenti in senso generale. Il prossimo step è ampliare le loro capacità e sviluppare nuovi casi d’uso.