Più che di uno smartphone pieghevole, sarebbe meglio parlare di tablet pieghevole, perché alla fine di un tablet che si chiude a libro si tratta, lo smartphone è solo una conseguenza della piega.
Samsung nell’elenco delle specifiche non ha dichiarato né lo spessore né le dimensioni, e lavorando sui parametri dello schermo si è cercato si ricostruire questi dati. Il dato più interessante è senza dubbio lo spessore, perché dalle foto che Samsung ha distribuito potrebbe sembrare che lo spessore di Galaxy Fold sia più o meno quello di due smartphone uno sopra l’altro.
Ma non può essere così, per un problema tecnico oggi insormontabile: sebbene venga chiamato smartphone pieghevole, lo schermo OLED si curva, non si piega. “Piegare” presuppone la possibilità che venga fatta una piega, ma oggi con la tecnologia attuale i display OLED devono seguire un raggio di curvatura di qualche millimetro.
Un display con un substrato in policarbonato, se piegato, è destinato a rompersi dopo migliaia di pieghe, o comunque a segnarsi nella parte centrale, una curva è invece più gentile.
Samsung ha dovuto disegnare una cerniera meccanicamente impeccabile perché ha scelto la soluzione più difficile, ovvero l’apertura a libro con lo schermo all’interno: solo una cerniera meccanica precisissima permette di chiudere il prodotto facendo seguire allo schermo un raggio di flessione naturale.
Da alcune prospettive il Galaxy Fold sembrava fatto da due parti perfettamente sovrapposte. In altre, la piega a “V” nella parte alta lascia pensare ad un prodotto che si pieghi completamente, senza alcun gap.
Da un fotogramma della dimostrazione live, si percepisce quel gap simile a quello di Surface Notebook 2. Ad occhio sembrano 5 millimetri, quindi allineato ad un raggio di curvatura del display OLED di 2 mm circa, quello che la tecnologia di Samsung oggi permette. Galaxy Fold, se si calcolano 8 mm circa per lato e 5 mm di gap, potrebbe essere spesso dai 18 mm ai 22 mm, con una tolleranza minima.
Un altro dubbio riguarda la curvatura: davvero non si vedrà nulla, oppure si percepirà leggermente la linea di curva? Da una ripresa con luce “cattiva” una piccola linea lungo la curvatura si percepisce, ma potrebbe essere il campione.
Samsung garantisce che si può curvare migliaia di volte, ed effettivamente i vari display OLED piegabili presentati hanno tutti una durata nel tempo di oltre 50.000 curve, quindi un numero decisamente elevato. Nelle prossime settimane vedremo altri produttori svelare il loro prodotto “foldable” mentre l’arrivo del Galaxy Fold è previsto per maggio. Come ha affrontato il problema Huawei? sembra che abbia scelto di mettere lo schermo verso l’esterno. Dai brevetti usciti negli scorsi mesi emerge come Huawei abbia cercato un approccio decisamente più semplice di Samsung: con lo schermo all’esterno non serve una complessa cerniera per gestire la curvatura, lo schermo si appoggia infatti sul fianco creando una curva naturale e molto più ampia di quella fatta dall’OLED del Galaxy Fold. Inoltre Huawei non deve adottare un doppio schermo, quello principale è sempre visibile. La stessa soluzione è stata adottata anche da Xiaomi, schermo all’esterno per non avere troppi problemi di curvatura. La protezione dello schermo dalle cadute non dovrebbe essere un problema ora che Corning ha presentato Willow Glass, una sorta di Gorilla per smartphone flessibili, anche se come abbiamo visto anche il più forse dei Gorilla non protegge lo schermo da ogni tipo di caduta. Lo schermo del Galaxy Fold è sicuramente più protetto. Il secondo dubbio è legato alla dimensione degli schermi stessi. I numeri oggi dicono poco se non si rapportano al rapporto di forma. Quanto sono grossi i due schermi del Galaxy Fold rispetto ad esempio allo schermo di Galaxy S10? Lo schermo del Galaxy S10 ha una diagonale da 6.1” e un aspect ratio di 19:9, quindi ha una altezza di 14 cm e una larghezza di 6.6 cm. L’area totale dello schermo, perché questa è importante, è di 92.9 cm quadrati (102 per la versione S10+).