anno | console | genere | sviluppo | publisher |
1993 | Mega Drive, Master System, Game Gear | picchiaduro | SEGA | SEGA |
In questo nuovo numero abbiamo preso di mira una vecchia gloria del Mega Drive da poco tornata su console moderne con il suo quarto capitolo, stiamo parlando di Streets of Rage 2.
Ambientazioni da ghetto urbano, criminali di ogni genere che popolano le strade, esperimenti tecnologici, mosse spettacolari e “botte” a non finire: questo è Streets of Rage. Ma perché il 2? Semplicemente perché nella trilogia classica il secondo è considerato il più e il più iconico.
Ma andiamo ad analizzarlo nel dettaglio. Streets of Rage 2 è nato nel 1993 su Sega Mega Drive, poi portato sulle principali console Sega dell’epoca tra cui la portatile Game Gear.
Il gioco è quello che in gergo viene chiamato un beat’em up, ovvero un picchiaduro a scorrimento; in parole povere un gioco dove picchiare chiunque vi si trovi davanti mentre si cammina tra gli scenari di gioco. Non era certo un genere innovativo, ce n’erano dì esponenti del genere, eppure la serie si è fatta notare parecchio.
Ma cos’aveva di così speciale questo Streets of Rage 2? Beh partiamo dal combattimento.
Questo secondo capitolo proponeva un gameplay più profondo con combo, diverse mosse speciali e personaggi diversificati, insomma era più divertente da giocare.
I personaggi proponevano quattro diverse scelte: Axel un lottatore bilanciato in grado di scatenare un uppercut fiammeggiante; la velocissima Blaze che pecca però in potenza; il devastante wrestler Max, in grado di effettuare diverse prese e dotato delle mosse più potenti del gioco; infine c’è Skate un ragazzino sui pattini con mosse articolatissime e super veloce anche se estremamente debole in fatto di resistenza.
Streets of Rage 2 vantava inoltre di una gran varietà di nemici, diversi boss, più livelli e infine la modalità duello.
Questa nuova introduzione permetteva di scegliere un personaggio e combattere in scontri uno contro uno con i propri amici. Una vera ventata di novità per la serie e per il genere stesso.
Ma c’è ancora un elemento che rendeva e rende tutt’ora questo titolo così bello: la colonna sonora. In molti sottovalutano il sonoro nei videogiochi, ma in realtà svolge un ruolo molto importante perché enfatizza l’esperienza di gioco, e la soundtrack di Streets of Rage 2 lo fa in maniera egregia.
I beat elettronici di Yuzo Koshiro sono diventati memorabili e rendono alla perfezione l’atmosfera urbana del gioco gasando al tempo stesso il giocatore.
Un’esperienza che va assolutamente gustata e di questi tempi buttar giù lo stress a suon di pugni virtuali non fa sicuramente male. Recuperate e provate Streets of Rage 2, non ve ne pentirete. Magari poi vorrete giocare anche al nuovo Streets of Rage 4.