Xiaomi 13 Ultra si presenta bene esteticamente.
L’obiettivo di Xiaomi era evidentemente quello di proporre qualcosa che richiamasse una fotocamera ed è riuscita nell’intento.
Il primo richiamo è nel retro: simile alla finta pelle, come le storiche fotocamere Leica, ma in realtà è in un materiale speciale trattato appositamente per assomigliarli senza lo svantaggio di rovinarsi o perdere colore nel tempo.
Il modulo fotografico è circolare e al centro campeggia in grande la scritta Leica posta in orizzontale quasi a voler ricordare che è uno smartphone da usare con questa orientazione; inoltre proprio su quel lato, c’è un leggero rialzo della cover. L’unica cosa che manca, di fatto, è un bel pulsante dedicato per scattare le foto, magari a doppia corsa.
È uno smartphone ingombrante e pesante: 227 grammi, ma è ben costruito e per questo dotato anche di certificazione contro acqua e polvere IP68.
Frontalmente il display è da 6,73” QHD+ a tecnologia OLED, LTPO con refresh rate che varia realmente da 1 a 120 Hz e picco di luminosità massimo pari a 2600 nits, sulla carta il pannello più luminoso sul mercato, nella realtà forse limitato per evitare un consumo eccessivo della batteria dato che sotto al sole non sorprende particolarmente.
Nelle impostazioni è possibile adeguare la resa in base alle preferenze: si può scegliere la risoluzione, qualora vogliate risparmiare batteria impostandolo a FHD+, il refresh rate e il profilo colore con ampia possibilità di personalizzazione.
L’audio è ad effetto stereo impiegando lo speaker principale e la capsula auricolare, con un’ottima qualità.
Promosso anche sulla vibrazione che è bella corposa e piacevole e sulla presenza del sensore di prossimità di tipo fisico che elimina di fatto qualsiasi problema in chiamata o mentre si ascoltano vocali su Telegram, WhatsApp o altre applicazioni di messaggistica.
La scheda tecnica di Xiaomi 13 Ultra prevede il processore Qualcomm Snadpragon 8 Gen 2 con 12 GB di RAM e 512 GB di memoria interna (unico taglio disponibile in Italia) di tipo UFS 4.0.
Come da tradizione Xiaomi spinge molto sulle performance e lo fa anche questa volta totalizzando di fatto i numeri altissimi anche nei benchmark, ma l’aspetto più interessante riguardo l’assenza di problemi di surriscaldamento, si a grazie al processore impiegato sia grazie al sistema di raffreddamento.
Lo stesso discorso vale per la connettività con supporto al Wi-Fi 7 grazie al modem mobile Qualcomm FastConnectTM 7800. La tecnologia High Band Simultaneous (HBS) Multi-Link di Xiaomi 13 Ultra consente connessioni multiple e simultanee a 5GHz e 6GHz ed è in grado di realizzare velocità ultra-elevate fino a 5,8Gbps, insieme a una latenza ridotta.
Supporta poi ovviamente reti 4G e 5G, Bluetooth 5.3, NFC e GPS. La ricezione non eccelle ma è comunque buona, molto simile a Galaxy S23 Ultra.
Android 13 e MIUI 14 la base del sistema operativo di Xiaomi 13 Ultra.
Debutta con questa serie la rinnovata interfaccia grafica che però si discosta da quella presentata in Cina ricca di novità in ambito di personalizzazione.
A livello di bloatware, ovvero di app pre-installate, la quantità non è eccessiva: Opera, qualche social network, qualche strumento utile e le app di Xiaomi per Community e Mi Store.
Non manca anche qualche bug, seppur già con la MIUI 13 c’era stato un bel miglioramento su questo fronte.
Complessivamente un’interfaccia completa e appagante, deve piacere ma di fatto l’unica rinuncia rispetto ai principali competitor è solo di una modalità desktop che permetterebbe ulteriormente di sfruttare la potenza a disposizione di questo smartphone.
Il comparto fotografico di Xiaomi 13 Ultra ridefinisce a livello tecnico lo stato dell’arte della fotografia mobile.
A testimoniarlo non è semplicemente il design importante del gruppo ottico posteriore, e nemmeno il logo Leica posto in orizzontale strategicamente per ricordare una fotocamera, bensì la scheda tecnica dove attualmente non c’è niente di superiore in circolazione.
Sensore ultra-grandangolare da 1/2,51”, 12mm: 50 MP, f/1.8, 122°, Dual-Pixel PDAF;
Sensore principale da 1”, 23 mm: 50 MP, con diaframma variabile a 2 stop: f/1.9 e f/4.0, pixel grandi 1.6um, PDAF, Laser AF, OIS;
Sensore tele-obiettivo da 1/2,51”, 75 mm: 50 MP, f/1.8, Dual-Pixel PDAF, OIS (nella realtà è un 60 mm che a 75 mm viene croppato);
Sensore periscopico tele-obiettivo da 1/2,51”, f/3.0 Dual-Pixel PDAF, OIS, 5x zoom ottico;
Fotocamera frontale da 32 MP, f/2.0, 22 mm, 0.7 m.
Tornando al comparto fotografico principale Xiaomi e Leica hanno sviluppato qualcosa di veramente incredibile a livello tecnico; l’obiettivo è chiaro: sostituire definitivamente la compatta fornendo un’esperienza molto simile ma soprattutto autentica.
Lo hanno fatto inserendo come principale il sensore IMX 989 da 1” presente anche su Xiaomi 13 Pro, e come secondarie utilizzando uno stesso sensore (l’IMX 858) per tutte e tre le ottiche, così da mantenere coerenti gli scatti.
Sopra ai sensori lenti Summicron, che hanno fatto la storia di Leica, in questo caso non sono in vetro, non era materialmente possibile, ma con uno speciale polimero che ne ricala le caratteristiche.
Le lenti sono molto aperte, da un minimo di f/1.8 per la ultra grandangolare a un massimo di 3.0 per i tele-obiettivi, questo significa i più luminosi rispetto alla concorrenza, mentre il sensore principale ha un’apertura variabile a due stop: f/1.9 o f/4.0.
Differenza visibile ad occhio nudo se si osserva il sensore, meno percettibile quando si scattano le foto, ma comunque una possibilità in più apprezzabile in certe occasioni.
Con tutti i sensori è possibile scattare a risoluzione piena e in RAW a 50 mpx col sensore principale, 12,5 mpx con i sensori secondari.
Sempre per il principale è poi presente una nuova modalità, la Ultra RAW: un RAW a 14 bit, ovvero con una gamma dinamica più ampia in cui però non è purtroppo possibile gestire i tempi .
Non è un RAW composto da raffiche di fotogrammi ma i dati catturati sono sufficienti per ottenere un RAW pulito come definizione e processabile con Lightroom. I risultati sono veramente sorprendenti: in post-produzione è quasi difficile rovinare uno scatto, anche andando ad estremizzare i valori, il rumore non aumenta vistosamente e il dettaglio resta ben nitido, per chi sa metterci mano i risultati saranno sempre e comunque superiori al classico punta e scatta.
Qualche criticità o meglio limite: in UltraRAW non è possibile variati i tempi, cosa fattibile invece nella modalità RAW, questo è un po’ un peccato perché non possiamo adattare la velocità di scatto alla situazione, e la velocità di scatto si abbassa un po’ rispetto alle altre modalità.
In ultimo ma non per meno importanza Xiaomi ha introdotto una modalità di scatto super rapida disabilitando l’auto-focus: soli 0,8 secondi, perfetta ad esempio per la street photography.
È sufficiente impostare in precedenza l’ottica da utilizzare in base alla distanza del possibile soggetto e scatterà in iperfocale, basta una doppia pressione sul tasto volume giù, anche a schermo spento.
I risultati sono veramente buoni, il momento è bloccato e non c’è effetto mosso, a parte in notturna o in ambienti poco illuminati dove inizia a faticare di più ad essere rapido ma non per questo non riuscirete a immortalare il momento che volete, ovvero quello che state vedendo sullo schermo, grazie a uno shutter lag praticamente pari a zero.
In ambito video ha un altro primato, ovvero tutti i sensori sono in grado di registrare video in 8K a 24 fps, peccato che Xiaomi non abbia spinto fino a 30 fps che la avrebbe resa ancor più utilizzabile come funzione.
Sono in grado di registrare anche a risoluzioni intermedie ma solo fino al 4K a 30 fps è possibile passare da un sensore all’altro mentre si registra la clip.
Altra modalità interessante è la possibilità di registrare in LOG a 10bit, Rec.2020 ed è possibile importare le LUT per avere la preview di come verrebbe mentre si registra, il file salvato è ovviamente poi in LOG per applicargli quella o un’altra LUT in post produzione.
Solo la fotocamera principale può farlo, passando ad un sensore secondario la modalità LOG si disattiva in automatico.
La batteria di Xiaomi 13 Ultra è da 5000 mAh e supporta ovviamente, come da tradizione, velocità di ricarica extra veloci: 90 W tramite cavo con tecnologia QC4 (in 35 minuti circa da 0 a 100%), 50 W ricarica wireless (da 0 a 100% in circa 36 minuti) e 10 W la ricarica wireless inversa.
In termini di autonomia offre tra le 5 ore e mezza e le 6 ore di display acceso, ovvero di utilizzo attivo durante la giornata, e di conseguenza porta fino a sera se non lo stressate eccessivamente.
Sconsigliato l’utilizzo dell’always-on display (meglio preferirgli l’ambient display) per evitare un impatto di circa 5-7% sull’autonomia.