Xiaomi Mi 11 5G è stato presentato in Italia l’8 febbraio e già a partire dall’evento di lancio si è capito che questo smartphone rappresenta l’ennesimo passo in avanti in un percorso evolutivo che sta portando il brand a conquistare una posizione sempre più importante sul mercato. Se in passato lo faceva con una discreta qualità ma soprattutto prezzi (im)popolari, a partire dallo scorso anno è indubbia la volontà di portare lo scontro sul primo punto, adesso che può permettersi di dire la sua. D’altronde con Huawei in parte fuori dai giochi, la casa cinese ha l’opportunità di farsi largo prima che arrivino in maniera importante anche Oppo o Vivo.
La confezione di Xiaomi Mi 11 5G, a dispetto della variante venduta in Cina, è bella ricca e comprende il caricabatterie da 55 W, una cover trasparente che con un rialzo frontale protegge anche il vetro dello smartphone, il cavo USB Type-C e una scarna manualistica. Non manca anche una pellicola protettiva dello schermo pre-applicata di buona fattura. Con questa mossa l’azienda cinese prende dunque le distanze dalla strada intrapresa da Apple e Samsung, almeno per questo smartphone.
Esteticamente sa farsi apprezzare, sia alla vista che al tatto. Con questo Mi 11 5G l’azienda ha ormai raggiunto la concorrenza per quanto riguarda la costruzione dei suoi prodotti e anche la relativa piacevolezza d’uso che conferisce tenendolo in mano. Il peso di circa 196 grammi è ben equilibrato lungo lo smartphone, il retro è liscio e quasi “setoso” e che trattiene ben poco le impronte, lo spessore è decisamente ridotto, 8 mm, e il fronte è stondato lungo i lati destro e sinistro così come il display. Nel suo insieme è uno smartphone decisamente curvilineo e questo secondo noi è un bene, in completa antitesi rispetto ad un iPhone 12 Pro spigoloso.
Lo schermo è decisamente di qualità, a dirlo non siamo solo noi ma anche la rivista specializzata DisplayMate che hanno conferito a questo display votazioni eccellenti. Si tratta di un pannello AMOLED con risoluzione WQHD+ da 6,81” di diagonale e con una luminosità che può arrivare a un picco massimo di 1500 nits, come il Samsung Galaxy S21 Ultra per fare un veloce paragone. Ha inoltre un refresh rate di tipo dinamico che può passare da 30 a 120 Hz in base al contenuto riprodotto limitandone così i consumi.
Giocare o guardare un film su Xiaomi Mi 11 5G è un piacere sia alla vista che all’udito, grazie a due speaker posti sui lati superiore e inferiore curati da Harman Kardon, la qualità è elevata e solo di poco inferiore a un Galaxy S21 Ultra, da considerarsi una lode dato che quest’ultimo costa circa 500 Euro di più.
Dove notoriamente gli smartphone Xiaomi sono un po’ più carenti è sul comparto software e anche questo Xiaomi Mi 11 5G non è da meno. Non tanto nelle funzionalità, dove praticamente non manca nulla rispetto ad altre interfacce grafiche, bensì a cura al dettaglio.
Bug grafici e funzionali sono all’ordine del giorno come una duplice funzione di apertura delle app in finestra dove con Telegram sfrutta quella predefinita di Android comportando problemi, oppure la continua e inspiegabile disattivazione dei Super Wallpaper dopo qualche ora dall’impostazione. Anche la schermata di impostazione del refresh rate è poco chiara e fa pensare ad un funzionamento a 60 o 120 Hz e non a una regolazione di tipo dinamico come la tecnologia invece permette.
Il sistema operativo di Xiaomi Mi 11 5G è Android 11 con interfaccia grafica MIUI 12 ma prossimamente arriverà l’aggiornamento MIUI 12.5 che porterà diverse novità, alcune le abbiamo già viste in un recente approfondimento, che speriamo possa limare questi problemi e che soprattutto aggiungerà la funzione di rilevamento del battito cardiaco tramite il sensore di impronte digitali posto sotto lo schermo. Sensore di impronte che non fa impazzire, è di tipo ottico e non ultrasonico per cui non è rapidissimo e soprattutto a volte impreciso, senza contare che con la pellicola protettiva funziona ma fa ulteriormente più fatica a riconoscere l’impronta.È già disponibile in questo aggiornamento intermedio invece la funzione per rimuovere persone, fili o oggetti di disturbo dalle fotografie che sfrutta l’intelligenza artificiale. Non è perfetta ma in alcuni casi funziona bene.
Rispetto ai principali competitor manca poi di una modalità desktop che permetterebbe ulteriormente di sfruttare la potenza a disposizione di questo smartphone.
La configurazione delle fotocamere di Xiaomi Mi 11 5G non differisce troppo dallo scorso anno con:
un sensore principale da 108 mpx (probabilmente il Samsung Isocel HM2) con apertura f/1.9, 26mm (grandangolare), 1/1.33”, 0.8um, PDAF e OIS;
un sensore ultra grandangolare da 13 megapixel f/2.4, 123°, 1/3.06”, 1.12um;
un sensore macro da 5 megapixel con autofocus;
fotocamera frontale da 20 megapixel.
Sul sensore principale nulla da dire: realizza fotografie a 27 mpx grazie alla tecnologia pixel binning 4:1 e in linea generale offre un’ottima qualità, paragonabile ad altri smartphone top di gamma 2021. Il sensore ultra grandangolare invece ha un angolo di campo da 123° e risulta inferiore rispetto alla concorrenza, sia nell’angolo di campo sia nella qualità dove soffre un po’ di più.
Se nella gestione del rumore non si può dire nulla, dove il software riesce a gestirlo sufficientemente bene, due aspetti su cui Xiaomi deve lavorare lato software sono:
la gestione dei forti contrasti, dove a volte tende esporre eccessivamente bruciando zone delle foto;
nella calibrazione del bianco, sbilanciato a volte verso il blu/verde.
Il sensore macro invece è sicuramente fra i migliori visti finora in commercio ma resta limitato nella sua funzionalità e da 5 megapixel, quindi con una risoluzione appena accettabile.
Xiaomi poi ha ulteriormente arricchito, rispetto ai Xiaomi Mi 10T, la componente software aggiungendo la possibilità di scattare in modalità notturna con tutti i sensori e l’aggiunta di effetti molto particolari che dovrebbero sfruttare l’intelligenza artificiale. Sono:
Magic zoom: tiene a fuoco il soggetto principale e zoommare solo lo sfondo
Slow shuttle: mette a fuoco il soggetto ma fa lo sfondo mossi
Freeze time: mantiene ferma parte della fotocamera
Time lapse notturni
Effetto inception, mondo parallelo
Frozen time video, interrompe il tempo per il soggetto che può assumere più pose
In linea generale sono divertenti ma lasciano un po’ il tempo che trovano, sia per la difficoltà nel realizzarli (serve molta attenzione e spesso più tentativi) sia per il risultato non sempre dei migliori. Quello che ho trovato più piacevole e facile da utilizzare è l’effetto mondo parallelo, dove è sufficiente inquadrare e registrare.
La batteria di Xiaomi Mi 11 5G è da 4600 mAh, una capienza nella media rispetto a smartphone dello stesso calibro che però devono muovere un set di componenti, l’abbiamo elencato poc’anzi, davvero corposo. Per questo motivo, e probabilmente per un’ottimizzazione software ancora lacunosa, in termini di autonomia riesce ad offrire tra le 4 ore e le 5 ore di display impostando il refresh rate a 120 Hz (dinamico), risoluzione piena e nessuna tipologia di risparmio energetico.
Un risultato un po’ scarso purtroppo, soprattutto in relazione agli Xiaomi Mi 10 dello scorso anno con processore Snapdragon 865.
Fortunatamente c’è la ricarica rapida a 55 W tramite cavo e ben 50 W tramite ricarica wireless, per cui a Xiaomi Mi 11 5G bastano poche decine di minuti per tornare in pista.
Xiaomi Mi 11 5G si dimostra dunque come una conferma sia in termini di miglioramento costante da parte della casa, sia sulle lacune che grossomodo rimangono le stesse e sono da imputare maggiormente sull’ambito software, a cui si aggiunge l’incognita batteria dove Xiaomi dovrà trovare il modo di ottimizzarne l’autonomia.
Aspetto software centrale dunque e non poteva non essere così considerando le decine e decine di modelli che l’azienda ogni anno tira fuori, diventando difficile gestire la mole di aggiornamenti e rispettare standard qualitativi di alto livello; se però Xiaomi vuole continuare a fare meglio, questo è indubbiamente il punto che al momento richiede maggior attenzione.
Sull’aspetto tecnico le principali lacune sono la mancanza dell’espansione di memoria, di una certificazione contro acqua e polvere e il sensore di impronte che ogni tanto fallisce il riconoscimento non risultando pienamente affidabile. In ambito fotografico invece se la gioca con Galaxy S21 che seppur sia in difetto di un sensore zoom fa un buon lavoro di interpolazione.