Mi 11 Ultra è un dispositivo eccessivo anche nel design. Non tanto nelle forme, abbastanza simili a tutti gli altri Xiaomi, ma per il suo bump delle fotocamere, non solo spesso ma anche molto esteso. Il blocco che integra le fotocamere va a rubare circa 2/3 dello spazio in larghezza ed è probabilmente per questo che l’azienda ha deciso di “prolungarlo” fino all’altro lato con un unico spessore, includendo al suo interno un piccolo display, ereditato delle Mi Band 5.
Il blocco svetta particolarmente nel modello bianco che abbiamo provato noi, ma ammettiamo che dopo l’effetto novità ci siamo abituati rapidamente e non è stato un impedimento.
Anzi: sotto il bordo di questo blocco riposava tranquillamente il nostro dito indice, alleggerendo il mignolo del peso di quando si regge lo smartphone con una sola mano.
In più lo smartphone non traballa sulla scrivania: mica poco! Per farla breve: ci siamo abituati e abbiamo trovato che la soluzione avesse anche dei vantaggi, ma questo non vuol dire che lo smartphone non sia molto grande e soprattutto molto pesante: sono 234 i grammi di peso.
Lo smartphone è però realizzato in ceramica, rendendolo uno degli smartphone più robusti in circolazione, almeno per quanto riguarda la resistenza ai graffi. A concludere il tutto troviamo anche l’impermeabilità IP68.
Mi 11 Ultra ha ovviamente a disposizione il processore più potente del mondo Android, lo Snapdragon 888 octa core da 2,84 GHz, con la sua GPU Adreno 660.
È disponibile nell’unico taglio di memoria da 12 GB di RAM (LPDDR5) e 256 GB di memoria interna (UFS 3.1), purtroppo non espandibile.
La connettività è al top su praticamente ogni fronte: 5G, Wi-Fi 6E, Bluetooth 5.2, NFC e emettitore ad infrarossi.
Manca però il jack audio e soprattutto l’uscita video tramite porta USB-C. Avremmo sopportato l’assenza di una modalità desktop, ma non poter neanche fare il mirroring via cavo è davvero un peccato.
Ottimo l’audio stereo, con affinamento da parte di Harman/Kardon. Lo speaker superiore è posizionato sul lato corto e non integrato nella capsula auricolare.
Come anche in praticamente tutti gli altri smartphone top di gamma del 2021 anche Xiaomi ha razionalizzando l’utilizzo delle fotocamere: “solo” 3, ma tutte realmente utili. Abbiamo una principale 50 megapixel ƒ/1.95 stabilizzata otticamente, una 48 megapixel ƒ/2.2 grandangolare e una 48 megapixel ƒ/4.1 stabilizzata per lo zoom. Oltre all’alta risoluzione di tutti i sensori (finalmente!) è importante notare come tutti siano notevoli in qualche modo: la principale ha un sensore da ben 1/1.12”, il più grande su uno smartphone, la grandangolare ha un’ampiezza di ben 128° e lo zoom è ottico 5X.
Non vi stupirete di certo nello scoprire che le foto sono da vero top di gamma. Le immagini scattate da tutte le fotocamere sono di notevole qualità, da vero smartphone premium.
Molto definite, con colori ottimamente bilanciati e con un’ottima gestione delle forti luci grazie all’HDR. In un paio di scatti forse abbiamo notato un contrasto un po’ troppo spinto, ma niente di drammatico.
La dimensione del sensore si vede nell’ottimo bokeh naturale negli scatti che si realizzano, ma abbiamo però notato una messa a fuoco difficoltosa per gli oggetti più vicini di circa 10-15 centimetri. C’è la macro tramite la fotocamera grandangolare ma la qualità non è confrontabile. Molto bene in ogni caso le foto da tutte le fotocamere e quella principale si difende particolarmente bene anche con poca o scarsa luce. Peccato solo che manchi una fotocamera con uno zoom intermedio prima del 5X. Aggiungiamo anche che la fotocamera ha anche un ottimo bilanciamento del bianco, ma che non sia la più veloce in circolazione nei tempi di scatto. Solo discreta invece la fotocamera da 20 megapixel ƒ/2.2: per fortuna è possibile farsi i selfie con la fotocamera principale.
Bene anche i video, che si possono registrare in 4K a 60 fps da tutte le fotocamere principali (non da quella frontale però). I video hanno un’ottima qualità e sono anche corredati da un’eccellente mix fra stabilizzazione ottica e digitale. Bene anche i video dalla fotocamera 5X, se per qualche ragione voleste mai farli.
Tutte le fotocamere possono poi anche registrare video in 8K. Non è una tipologia di video che avrà senso per molti di voi, ma anche questi video sono abbastanza stabili e per chi fa produzione video può essere sicuramente interessante.
Lo schermo di questo Mi 11 Ultra è un enorme 6,81 pollici di diagonale, realizzato con tecnologia AMOLED e con una risoluzione addirittura QHD+ (ovvero 1440 x 3200 pixel).
Questa risoluzione si adatta in automatico (e può quindi diventare FHD+ per risparmiare un po’ di batteria) in base al tipo di contenuto che si sta visualizzando.
Esattamente allo stesso modo funziona anche il refresh rate, che può essere impostato a 120Hz, ma che si adatterà comunque in automatico, abbassandolo nei contesti in cui non è possibile sfruttarli davvero.
Lo schermo ha poi un touch sampling a 480 Hz e il supporto all’HDR10+, anche grazie alla luminosità di picco di 1.700 nits, raggiungibile comunque solo all’esterno quando il sole “batte” direttamente sul display. A chiudere il quadro abbiamo una buona gestione dei colori e una protezione in vetro Gorilla Glass Victus. Non manca un buon always-on display personalizzabile. Qualcuno potrebbe forse però non apprezzare le curvature ai bordi del pannello.
Come sempre anche in Xiaomi Mi 11 Ultra abbiamo l’interfaccia MIUI 12 personalizzata da Xiaomi. In questo caso è basata su Android 11 aggiornato con le patch di aprile. Purtroppo non abbiamo ancora la MIUI 12.5, già in distribuzione in Cina, ma abbiamo comunque una piccola anticipazione, ovvero la possibilità di misurare il battito cardiaco poggiando il dito sul lettore di impronte digitali all’interno del display. Per il resto abbiamo ancora tutto quello che rende famosa e apprezzabile per i più questa interfaccia: la possibilità di mettere le app in finestra (o a icona), i temi, il secondo spazio e la possibilità di clonare le app per usarle con un secondo account.
Non manca il turbo videogiochi e migliorano ancora gli “strumenti video” che permettono anche di aumentare forzatamente la risoluzione dei video fino al 2K grazie all’interpolazione. Il software è fluidissimo e estremamente scattante, impressione aumentata anche dal refresh rate del display. Peccato solo che anche qui siamo incappati in un sensore di prossimità impreciso che ha risbloccato il display all’orecchio durante le telefonante, causandoci qualche imbarazzo. Dovrebbe essere possibile risolverlo con un aggiornamento software, ma intanto ve lo segnaliamo.
Una delle caratteristiche peculiari di questo smartphone è sicuramente il secondo display sul retro, che è mutuato dalla Mi Band 5: un 1,1 pollici di diagonale, in tecnologia AMOLED e risoluzione di 126 x 294 pixel.
Non è luminosissimo ma è comunque visibile anche all’esterno. Supporta il risveglio con il doppio tocco, che è poi anche l’unico modo per riaccenderlo, visto che il timeout massimo è di 30 secondi.
È possibile personalizzarsi lo sfondo di questa interfaccia e scegliere se mostrare o meno l’orario, la presenza di notifiche e lo stato della batteria. Vengono anche visualizzate alcune notifiche in arrivo, ma non tutte.
Per capirsi: Whatsapp sì, Telegram no. È possibile anche controllare la musica, andando al brano precedente o successivo. Sono tutte funzioni simpatiche, ma che non giustificano da sole l’utilizzo di un display secondario.
La vera killer feature è indubbiamente la possibilità di usare questo piccolo schermo come mirino della fotocamera principale, permettendo quindi di scattarsi selfie con le fotocamere principali.
Sì perché è possibile usare anche la grandangolare e lo zoom, anche se la gestione sarebbe tutta da rivedere. Bisogna infatti prima scegliere la modalità dallo schermo principale.
E poi finisce qui: niente modalità ritratto e niente video. C’è un trucco: tenere premuto il tasto del volume per fare clip di 15 secondi (ma solo in 4:3 e in Full HD).
Sembra quindi che l’implementazione del software su questo secondo schermo sia stata decisamente frettolosa. Ma ci sono margini di miglioramento.
Xiaomi Mi 11 Ultra è dotato di una batteria da 5.000 mAh: molto grande e in linea con la concorrenza. L’autonomia è buona, seppur con lo schermo in QHD+ a 120 Hz nei giorni di utilizzo intenso potreste dovergli dare una “spintarella” con una breve ricarica.
Ma davvero breve, perché la ricarica è a 67W! Sia cablata che wireless, anche se in entrambi i casi solo con gli accessori originali. In più abbiamo anche la ricarica wireless inversa a 10W.
Xiaomi Mi 11 Ultra viene venduto in Italia in esclusiva con TIM a 1.399€. Non solo è un prezzo molto alto, ma è il prezzo più alto di tutti gli smartphone in commercio in Italia, almeno escludendo i pieghevoli e considerando i tagli di memoria “base”.
Una cifra in parte giustificabile dai materiali scelti e dall’hardware, ma che nei fatti renderà lo smartphone decisamente poco appetibile, se non a pochissimi. L’offerta di lancio è già più ragionevole, con i suoi 1.199€ e l’inclusione dell’alimentatore wireless da 80W incluso.