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a cura di Marco Inchingoli

Arabian Nights

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un’avventura dal sapore orientale!

Arabian Nights La primavera è ormai giunta, il sole tiepido scalda le giornate ed è sicuramente un ottimo periodo per godersi un po’ d’aria fresca, ma detto tra noi la primavera mi ha sempre messo un po’ di nostalgia. Quei pomeriggi in cameretta a spolpare videogiochi al ritorno da scuola o dopo una bella passeggiata al parco baciati dal sole che arrivava dalla finestra; e allora quale miglior momento per viaggiare indietro nel tempo, magari con qualcosa di fresco e divertente.
A tal proposito oggi ho deciso di proporvi Arabian Nights, uno tra i migliori platform Amiga sviluppato da Krisalis e pubblicato nel 1993.
Se vogliamo parlare di freschezza e divertimento, questo piccolo capolavoro ne è la rappresentanza, e mi è entrato sin da subito nel cuore. La trama si rifà un po’ alle fiabe arabe de La Mille e una Notte, con uno pseudo Aladdin come protagonista, chiamato qui Simbad Jr. il ragazzo lavora come giardiniere al palazzo del sultano, ma improvvisamente assiste al rapimento della principessa da parte di un demone rosso; Simbad prova a spiegare la situazione al sultano, ma le sue buone intenzioni vengono fraintese finendo in carcere per complotto contro la famiglia reale.

Ed è proprio da qui che comincia la nostra avventura.

Concettualmente si tratta di un classico platform, ma Krisalis ha voluto osare di più inserendo al suo interno elementi tratti dal genere Avventura. Non si tratta dunque di un Punta e Clicca, ma in Arabian Nights non è raro dover esplorare livelli per raccogliere oggetti, parlare con personaggi non giocanti e risolvere alcuni enigmi ambientali.

Arabian Nights

 

Questo aspetto rende il tutto molto più epico quando si gioca trasmettendo una sensazione di avventura come se fossimo parte di una vera e propria fiaba araba.
Questo gusto orientaleggiante permea inoltre tutta la produzione, sia per quanto riguarda l’ottima colonna sonora che enfatizza perfettamente ogni momento dell’avventura, ai livelli che vanno dalle carceri del palazzo del sultano, ad altri più ispirati come il galeone sommerso, i cupi e magici boschi limitrofi al palazzo reale, e un paio di missioni a bordo dell’immancabile tappeto volante.

 

Per il resto Arabian Nights si lascia giocare che è un piacere, con i primi due livelli bellissimi e indimenticabili, e gli altri che seppur ugualmente belli lasciano spazio un po’ più all’azione che all’avventura, tra tutti il livello finale.
Se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo, l’unica vera nota negativa sono le sessioni con il tappeto volante che per quanto siano bellissime, sono afflitte da alcuni problemi legati al movimento del tappeto che tende a rallentare per via della frizione del vento, e sarebbe anche una cosa figa per un gioco degli anni ’90, tuttavia i nemici, differentemente, si fanno beffe delle leggi della fisica e ci attaccano senza sosta.

 

Arabian Nights

Questo rende queste missioni un tantino sbilanciate per il giocatore, ma fortunatamente questo non basta per minare l’ottima esperienza ludica offerta dal capolavoro di Krisalis.
Arabian Nights dura in media quanto altri esponenti dello stesso genere, con un totale di nove scenari da superare e una difficoltà crescente che non lo rende mai frustrante e sempre appagante, che siate fuori allenamento o dei veterani del genere. Se siete dei grandi nostalgici come me, fatevi un favore e date una chance ad Arabian Nights, farete un tuffo nel passato che vi regalerà diverse ore di puro divertimento!

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