1992 | SEGA mega drive | Sparatutto | Electronic Arts | Electronic Arts |
anno | console | genere | sviluppo | publisher |
Per onorare la prossima uscita del nuovo Battlefield 2042 il mese prossimo (speriamo proprio visti i rumors) , abbiamo deciso di dedicare il retrogaming di questo numero ad un gioco che riprendesse la tematica militare e dove la guerra fosse l’elemento principe.
Dopo un lungo brainstormig un nome che rispondeva ai nostri requisiti è stato Desert Strike: Return to the Gulf.
Sviluppato nel 1992 da un Electronic Arts ai tempi d’oro, il titolo è approdato dapprima su Mega Drive (la versione a cui facciamo riferimento), ma anche su Master System, Super Nintendo, Amiga e versioni portatili per Game Boy, Game Gear e Game Boy Advance.
In Desert Strike i giocatori vengono coinvolti in un conflitto palesemente ispirato alla Guerra del Golfo, con l’obiettivo di fermare un folle dittatore mediorientale nei panni di un pilota degli Stati Uniti. A bordo di un elicottero Apache AH-64 saremo incaricati di svolgere una serie di missioni con obiettivi sempre diversi e che richiedono approcci differenti con un forte focus verso la strategia.
Desert Strike infatti differisce dai soliti sparatutto perché mette in gioco elementi strategici che invitano il giocatore a riflettere prima di agire onde evitare una sconfitta prematura.
Lo sviluppatore, Mike Posehn, è riuscito inoltre ad introdurre livelli a scorrimento non lineari dove scovare armi e installazioni nemiche da distruggere a suon di razzi, missili e colpi di mitragliatore, salvare ostaggi o catturare soldati nemici.
Mentre gironzoliamo per la mappa dovremo anche fare attenzione ai barili di carburante e alle casse di munizioni sparse per la mappa così da rimpinguare queste due essenziali risorse.
Interessante anche la scelta di inserire diversi copilota che potranno assisterci, ognuno con differenti livelli di abilità. Le mappe di gioco sono tutte aperte e strutturate in più direzioni con una visuale isometrica con la telecamera puntata sempre verso l’esterno della cabina di pilotaggio dell’elicottero.
Il gioco inoltre simulava perfettamente il movimento di un reale elicottero grazie allo sviluppo di un particolare sistema di telecamere.
Il fatto curioso è che Posehn prima di Desert Strike non aveva mai avuto esperienze in sviluppo di videogiochi eppure il suo titolo è stato accolto all’epoca molto bene da critica e pubblico diventando in poco tempo un best seller sempre in cima alle classifiche.
Il gioco è stato tuttavia vittima anche di alcune controversie per via della sua uscita troppo vicina alla fine della Guerra del Golfo vista dai più come una scelta di cattivo gusto.
In definitiva Desert Strike è senz’altro uno sparatutto che esce fuori dagli schemi con elementi freschi per il genere di appartenenza, un realismo senza precedenti per un gioco degli anni ‘90 e mappe vaste con obiettivi sempre diversi di livello in livello. Si tratta quindi di una piccola gemma per tutti gli amanti degli sparatutto o dei giochi di guerra in generale, e per questo ve lo consigliamo caldamente.