1992 | MS-DOS, Arcade, Super Nintendo, Game Boy | Picchiaduro | Midway Games | Midway Games |
anno | console | genere | sviluppo | publisher |
Per celebrare la recente uscita di Mortal Kombat 11, la nuova iterazione di una tra le serie più longeve della storia dei videogames, abbiamo deciso di dedicare il nostro angolo del retrogaming là dove tutto è iniziato, il primissimo Mortal Kombat.
Annata 1992, il picchiaduro dell’ormai defunta Midway Games (il team ha chiuso nel 2009), è considerato ad oggi uno tra i più macabri e violenti di sempre. Facendo del sangue la sua colonna portante Mortal Kombat ha fatto breccia nei cuori dei videogiocatori portando – in un’era dove Street Fighter spadroneggiava in sala giochi, un picchiaduro con una violenza mai vista fino a quel momento, personaggi atipici interpretati da veri attori sfruttando la cosiddetta grafica digitalizzata (utilizzata anche per altri titoli dell’epoca come Pit Fighter o Killer Instinct), stage interattivi, un audio con vere voci e il debutto delle Fatality, marchio di fabbrica della serie.
Sbigottiti da cotanta innovazione, i giocatori accolsero il titolo di Midway Games a braccia aperte, titolo che dopo aver spopolato in salagiochi approdò anche su Amiga, Game Boy, Super Nintendo, su PC con MS-DOS e tantissime altre piataforme. Il gioco era strutturato come un classico picchiaduro bidimensionale; il giocatore era tenuto ad affrontare una serie di combattenti ascendendo una sorta di torre i cui scontri si facevano sempre più tosti fino ad arrivare ai due boss finali del gioco Goro – mostro antropomorfo con quattro braccia, e Shan-Tsung, in grado di mutare forma in tutti personaggi del gioco.
Come già detto il titolo proponeva diverse innovazioni, soprattutto in termini di gameplay; ad esempio in uno stage, al termine del combattimento, era possibile lanciare il proprio avversario su degli spuntoni, meccanica che si è poi espansa nel capitoli successivi. Non possiamo poi non parlare delle Fatality, cosa cè’ di meglio che poter umiliare il proprio avversario mandandolo letteralmente in pezzi? Ricordiamo ad esempio la Fatality dell’iconico Sub-Zero, ninja con il potere del gelo con il vizio di staccare la testa ai poveri malcapitati in caso di sconfitta, con tanto di spina dorsale ciondolante e sanguinante (un dettaglio macabro rimasto indelebile nei giocatori di quegli anni), oppure quella di Kano che strappava letteralmente il cuore dal petto all’avversario, o ancora Scorpion che con un soffio infernale carbonizzava il perdente. Un elemento che ha generato scalpore per via dei dettagli macabri, ma anche per una violenza atipica nel genere dei picchiaduro.
Le Fatality al giorno d’oggi sono ormai parte della cultura pop di chi ha vissuto quegli anni, e sono state trasportate ed evolute nel corso dei capitoli di Mortal Kombat, e non solo. Giunti alla fine di questa retrorecensione, il nostro consiglio, qualora siate tra quei pochi che non hanno mai eseguito una Fatality, è quella di rispolverare il titolo che ha dato i natali all’intera epopea di Mortal Kombat così da giocare Mortal Kombat 11 conoscendo i cardini della serie.
Vi lasciamo con un paio di curiosità; la serie ha generato anche una serie di spin-off tra cui non possiamo non citare il picchiaduro a scorrimento per PS1 e N64, Mortal Kombat Mithologies – Sub-Zero, e l’ottimo action adventure uscito su PS2, Mortal Kombat: Shaolin Monks. Citiamo inoltre anche i mini giochi di Deception (PS2) tra cui il mitico Puzzle Kombat (replica di Puzzle Fighter in salsa Mortal Kombat) e Motor Kombat (parodia di Mario Kart con i personaggi e gli stage di Mortal Kombat).