Il 2024 non è stato un anno particolarmente memorabile per l’industria videoludica, un po’ sottotono e con la mancanza di attori pesanti che avrebbero potuto dare quella marcia in più.
D’altronde dopo un 2023 che ha visto il ritorno della maggiori serie, dei sequel più attesi e l’ingresso in campo di nuove IP importanti, c’era da aspettarsi un anno di transizione.
Di fatti basta vedere le nomination ai The Game Awards per capire che mancano i pesi massimi. Nonostante parlare di DLC riferendosi a Elden Ring: Shadow of the Erdtree sia decisamente riduttivo, l’espansione del capolavoro di From Software è una seria candidata al trono di gioco dell’anno nonostante non sia un vero e proprio gioco a sé stante, ma per quantità e qualità dei contenuti non sarebbe uno scandalo premiarla come tale.
La lista di candidati include poi Astrobot, Black Myth: Wukong, Final Fantasy VII: Rebirth e i due outsider, poco conosciuti al mercato europeo e meno appetibili, Balatro e Metaphor: ReFantazio.
Mentre per i nomi più blasonati non c’è bisogno di alcuna presentazione, per gli ultimi due titoli citati ammettiamo la nostra ignoranza, ce li siamo dovuti andare a recuperare di corsa per parlarvene. Metaphor: ReFantazio è la mancanza più grave visto che il JRPG sviluppato da casa Atlus vanta la firma dei creatori della serie Persona e non solo l’asset narrativo risulta essere interessante e ben scritto, ma anche dal punto di vista tecnico e artistico il gioco sembra davvero essere interessante, con la penna di Atlus che ormai si riconosce in maniera distinta dopo il successo di Persona 5. Se vi sono piaciuti i lavori precedenti dello studio allora Metaphor fa per voi e vi consigliamo di recuperarlo.
Per Balatro invece abbiamo avuto opinioni contrastanti visto che a primo impatto il gioco sembra un semplice gioco di carte basato sul poker, al quale gli sviluppatori hanno applicato delle meccaniche roguelike.
Se vi state chiedendo come sia possibile mixare questi due generi tranquilli, è stata la nostra prima domanda al quale abbiamo avuto risposta giocandoci qualche ora in più, dopo di che il gioco si è trasformato in una vera e propria droga.
Quindi se da una parte i nomi che leggete non sono dei più altisonanti dell’industria, possiamo notare come è stato un anno di sorprese, con titoli che alla partenza nessuno avrebbe dato per vincitori, ma che alla fine hanno saputo divertire e stupire ognuno a modo loro, complice anche un anno così “vuoto”, che gli ha lasciato il giusto spazio.
Andando a sfogliare le pagine delle riviste precedenti abbiamo trovato titoli del calibro di Tekken 8, Dragon’s Dogma 2, Stellar Blade, Senua’s Saga: Hellblade 2 e proprio al fotofinish ci siamo ritrovati tra le mani quel capolavoro di Dragon Ball: Sparking Zero.
Quindi alla fine non possiamo parlare proprio di anno del tutto vuoto, sicuramente non pieno come lo scorso, ma occasioni per divertirsi ci sono state.
Inoltre il 2024 è stato l’anno della mid-gen, con l’arrivo della tanto attesa PS5 Pro, un’aggiornamento importante e tecnicamente enorme per l’ammiraglia di casa Sony.
Sicuramente la qualità di PS5 Pro si farà sempre più pesante col tempo, quando i giochi cominceranno ad essere sviluppati appositamente per sfruttarne appieno le potenzialità e soprattutto quando ci avvicineremo alla fine del ciclo vitale di PS5, potremmo trovarci nella stessa situazione vista con PS4 e PS4 Pro, con alcuni giochi che risultavano godibili e tecnicamente al passo sul modello Pro, mentre sul modello base venivano spesso castrati e afflitti da grossi problemi di ottimizzazione (vedi Cyberpunk 2077). Inoltre questa discrepanza tecnica potrebbe essere ancora più accentuata rispetto alla precedente generazione visto che il divario tecnico tra PS5 e PS5 Pro è decisamente più marcato rispetto a ciò che abbiamo visto su PS4.
PS5 Pro è dotata di un hardware all’avanguardia, con una tecnologia Ray Tracing inedita che ad oggi non troviamo neanche sulle GPU di fascia alta su PC ed un miglioramento hardware complessivo di circa il 50% in più rispetto a PS5, il tutto contenuto in un prodotto delle dimensioni della PS5 Slim e ampliato anche nella memoria, con ben 2 TB di SSD anch’esso più veloce rispetto al normale.
Il dato che però ha fatto storcere il naso ai più è stato il prezzo, che nella sua versione esclusivamente senza lettore Blu-ray tocca i 799 euro, praticamente il doppio della PS5 al lancio nella versione senza disco.
Il prezzo aumenta ancora se vogliamo il lettore Blu-ray (esterno) che costa 119 euro, per un gran totale di oltre 900 euro per la versione “completa” di PS5 Pro.
Sicuramente giustificare un prezzo del genere è complicato, anche se l’hardware sotto il cofano c’è ed è di altissima gamma, ma la giustificazione migliore come sempre saranno i giochi che sapranno sfruttarla appieno nel tempo, che mostreranno in maniera chiara e diretta il divario con la PS5 base e che convinceranno gli indecisi a fare il grande passo, magari aiutati da un taglio di prezzo che Sony potrebbe fare in futuro.
Quindi alla fine che voto diamo a questo 2024? La sufficienza è sicuramente piena, ma anche riduttiva visto che se andiamo oltre le nomination ai Game Awards ci sono diversi titoli memorabili (Dragon Ball: Sparking Zero! tra tutti) e l’arrivo di PS5 Pro non può che far bene agli appassionati che potranno godersi i titoli PS5 con una grafica ancora più strabiliante.
E’ stato un buon antipasto per il 2025, un anno che dalle premesse potrebbe essere l’anno d’oro di questa generazione di console.
Per farvi un po’ di nomi sparsi, l’anno prossimo sono attesi titoli del calibro di Borderlands 4, Ghost of Yotei (sequel di Ghost of Tsushima), Death Stranding 2, Doom; The Dark Ages, Fable e Avowed.
Bastano no? Ah giusto, c’è anche GTA IV.
Ci vediamo l’anno prossimo, iniziate a programmarvi bene le ferie a lavoro o a tenervi pronte le giustificazioni per scuola, vi serviranno.