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a cura di Marco Inchingoli

Jim Power in Mutant Planet

Jim Power in Mutant Planet

Un trip visivo tra platform, laser e prospettive impossibili

Negli anni ’90, il mercato dei platform d’azione era una giungla dove solo i titoli più originali riuscivano a lasciare il segno. Se da un lato avevamo icone come Turrican e Shadow of the Beast, dall’altro spuntavano titoli che cercavano disperatamente di stupire il giocatore con trovate stilistiche e gameplay fuori dagli schemi. È proprio qui che si colloca Jim Power in Mutant Planet, un titolo per Amiga del 1992 che, nel bene e nel male, si è distinto per la sua incredibile direzione artistica e il suo livello di difficoltà proibitivo.

 


Nonostante non abbia mai raggiunto lo status di classico assoluto, Jim Power è un titolo che merita di essere riscoperto, se non altro per l’incredibile esperienza visiva e sonora che offre.


La trama di Jim Power è quanto di più classico si possa immaginare per un action-platform: il protagonista, il coraggioso Jim Power, viene inviato sul pianeta Mutant Planet per salvare la figlia del presidente, rapita dal malvagio demone Vulkhor.

 

Jim Power in Mutant Planet

 


Naturalmente, il tutto è solo un pretesto per catapultare il giocatore in un inferno di livelli brulicanti di nemici, trappole e piattaforme da affrontare con riflessi pronti e un’ottima memoria muscolare.

Ma Jim Power non è un semplice platform d’azione: si tratta di un mix di generi che alterna sezioni run ‘n gun a fasi platform ultra-precise, per poi lanciarsi in livelli in stile shoot ‘em up. Il tutto condito da una grafica che sembra uscita direttamente da un trip allucinogeno.

Se Jim Power fosse stato un normale run ‘n gun, probabilmente sarebbe passato inosservato tra le decine di titoli simili dell’epoca.

 

Ma questo gioco fa di tutto per farsi ricordare. I livelli sono un mix letale tra platform e sparatutto, dove ogni passo deve essere calcolato al millimetro. Non c’è un attimo di respiro: nemici ovunque, ostacoli che si muovono in maniera imprevedibile e un level design che non perdona errori.

 

Ogni livello è un’esplosione di dettagli, con fondali iper-colorati, animazioni fluide e un effetto di parallasse così marcato da farti dubitare della tua percezione dello spazio.

 

Ma la vera sorpresa arriva quando Jim Power cambia improvvisamente pelle e diventa uno shoot ‘em up a scorrimento orizzontale.


All’improvviso, il nostro eroe si equipaggia con un jetpack e una tuta spaziale e si ritrova in una battaglia aerea frenetica, dove la schermata si riempie di proiettili e nemici in puro stile R-Type.

 

Jim Power in Mutant Planet

 


Queste sezioni non solo spezzano il ritmo della modalità platform, ma aumentano la sensazione di varietà e imprevedibilità del gioco.

Se c’è un aspetto che rende Jim Power immediatamente riconoscibile, è senza dubbio la sua grafica. Il gioco sfrutta effetti visivi che spingono al massimo l’Amiga, con un utilizzo aggressivo del parallasse e una palette di colori così satura da sembrare quasi tridimensionale.

L’effetto è straniante e, a tratti, quasi disturbante: il senso di profondità è talmente esagerato che alcuni giocatori dell’epoca hanno raccontato di aver provato una sorta di “motion sickness” giocando per troppo tempo.

 

La colonna sonora, composta dal mitico Chris Hülsbeck (Turrican, Giana Sisters), è un altro punto di forza del gioco.


I brani elettronici pompano adrenalina a ogni livello, con melodie che si imprimono nella mente e trasformano ogni livello in un vero spettacolo audiovisivo.

 

Jim Power in Mutant Planet

 


Se c’è un aspetto di Jim Power che mette alla prova anche i giocatori più esperti, è senza dubbio la difficoltà.

Il gioco non concede margini di errore: nemici che spuntano da ogni angolo, ostacoli mortali e sezioni platform che richiedono salti millimetrici.

Ogni livello è una lotta per la sopravvivenza, e anche il più piccolo sbaglio può costare caro.
L’altro grande limite è la sensazione di “sovraccarico visivo”.

Se da un lato la grafica è spettacolare, dall’altro l’eccesso di dettagli può confondere, rendendo difficile distinguere gli elementi di sfondo dai pericoli reali.

 

Piccola chicca, dopo il debutto su Amiga, Jim Power venne convertito su altre piattaforme, tra cui DOS, SNES e persino un’inedita versione per Mega Drive che rimase nel limbo per anni prima di essere riscoperta dai collezionisti.


Ogni versione aveva differenze estetiche e di gameplay, rendendole quasi giochi diversi tra loro. Insomma, Jim Power in Mutant Planet è un gioco che non si dimentica facilmente.

 

Con il suo mix di platform, sparatutto e sezioni a visuale dall’alto, il titolo di Digital Concept riesce a sorprendere e confondere allo stesso tempo. 

 

Jim Power in Mutant Planet

 

La sua estetica psichedelica, la colonna sonora da urlo e il level design brutale lo rendono un titolo da provare almeno una volta, se non altro per dire di aver vissuto uno dei trip visivi più assurdi della storia dell’Amiga.

Se siete alla ricerca di un’esperienza fuori dagli schemi, Jim Power è il titolo che fa per voi. Ma preparatevi: sarà un viaggio tanto spettacolare quanto punitivo!


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